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Lo spazio pittorico di Annabella Dugo è fatto essenzialmente di colore steso secondo sovrapposizioni imprecise che lasciano intravedere lembi di colore sottostante o lo negano con colature e sbavature. “Composizioni complesse; fiori, foglie, animali, mostri, piramidi, alberi e tanto colore. Pennellate energiche che vitalizzano ogni forma, ogni spazio e si rinforzano nel loro insieme” (Nicola Schmitz). Una energia vitale si sprigiona da queste tele dalla forte materia pittorica e dal colore intenso e squillante.
I temi sono a volte mitici, a volte fiabeschi, con una punta di ironia. Il mondo è quello dell'infanzia, il processo creativo probabilmente si sviluppa analogamente a quello originario dei primi impulsi. “E le figure (draghi, luoghi esotici, aerei, animali preistorici, vegetazione, idoli, felini) sono anche memoria e certo anche “letteratura” giovanile, che emergono come sogno e come invenzione in dichiarazioni enigmatiche e cifrate sostenute dalla forza del colore” (Giorgio Segato). L'abbondanza della raffigurazione di luoghi dell'immaginario rischia di mistificare lo loro piu' pregnante funzione di modulo di interpretazione spazio-temporale, come nota acutamente Sisti.
Gli elementi fantastici scandiscono lo spazio secondo sequenze verticali e orizzontali e accompagnano il flusso del suo svolgersi in “videoviaggio” (secondo una definizione dell'artista).
Laura Cherubini