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Annabella Dugo è nata ed è vissuta per buona parte della sua vita nel centro storico di Napoli.
Gli anni '60 la vedono impegnata nel lavoro e negli studi di taglio artistico. Frequenta il Liceo Artistico di via Costantinopoli e l'Accademia di Belle Arti dove consegue il diploma nel corso di Pittura di Armando De Stefano.
Nel contempo lavora come disegnatrice presso l'Istituto di Entomologia Agraria, presso il Palazzo Reale di Portici, dipendente dall'Università Federico II di Napoli e frequenta i corsi della Scuola di Arte Drammatica istituiti nella sede del Circolo Artistico.
Nel 1963 si diploma alla Scuola d'Arte Drammatica e vince la borsa di studio "Giuseppe Pomara". Sono di quegli anni i suoi primi costumi, maschere e scenografie. Collabora alla realizzazione di film sperimentali.
Ottiene l'abilitazione all'insegnamento della Storia dell'Arte, materia che insegna in vari Istituti Superiori della città.
Inizia l'attività pittorica e fini al 1965 produce tele informali.
Dal 1966 partecipa a:
“Mostra UCAI” Maschio Angioino di Napoli;
“Premio MACI” Palazzo Maddaloni di Napoli (premiata);
“Premio Casciaro dei Corsi” Seiano (premiata);
“I Premio Isola d'Oro” Vico Equense;
“I Premio Nazionale del bianco e nero” Torre del Greco;
“III Biennale Amedeo Modigliani”, Livorno;
“IV e V Concorso Nazionale” S. Agata dei Goti:
Nel 1969 espone in una personale a Napoli che suscita l'interesse della committenza pubblica.
Nel 1970 ripresenta alla critica napoletana opere ispirate alle antiche pitture murali. “... Pur nell'incosciente assimilazione dei modi e degli insegnamenti dei grandi innovatori della pittura moderna (riecheggiano nell'accostamento dei colori e nell'estrema decoratività dell'insieme certi temi dell'esotismo gauguiniano) e la cosciente scelta d'ispirazioni storiche che risalgono agli affreschi di Cnosso, vecchi di quattromila anni, ma attualissimi, la giovane pittrice riesce a creare un proprio discorso comprensibile e rasserenante” (A.C. Mastrocinque).
Negli anni dal 1971 al 1976, espone in personali al:
“Circolo della Stampa” di Avellino.
“Sala Espositiva dell'Hotel Quadrifoglio di Pomigliano d'Arco;
“Centro d'Arte Tadino” di Milano;
“Art Gallery” di Giugliano di Napoli.
Nel 1977, percependo il senso del forte cambiamento dei tempi ed, in particolare, la difficoltà di genere nella società, riporta nelle sue opere, in modo del tutto naturale, il disagio dei deboli e degli emarginati quasi a titolo di una solidarietà che una società piccolo borghese, intenta alla rincorsa del benessere effimero e dell'egoismo, non sa concedere.. Inizia così un ciclo di opere di cui è protagonista l'androgino che diviene, con l'adolescente e il tempo totale, la tematica della sua produzione. Di questi anni alcune collettive quali:
“Grafica Oggi” Galleria Schettino 2, Milano;
“Presenze” Centro Ape, Napoli;
“Mostra Operatori AA.VV. Napoli;
“Festival de l'Unità” Palazzo Comunale, Sarno;
“Premio Lubiam” Mantova;
“Mostra Internazionale Operatori AA.VV. Maschio Angioino, Napoli;
“IX Biennale d'Arte Sacra” Torre del Greco (premiata);
“Dal Reale al Fantastico” Squillani;
“I Rassegna Internazionale Arte Mercato” Foggia;
“VI Premio Pontano, Palazzo Cariati di Napoli (premiata); “ ….. tra questi artisti è da segnalare Annabella Dugo la cui pittura risveglia in noi stati di angosce sopiti, profonde inquietudini, per l'uso ironico con cui tratta i soggetti, per il gusto dissacratorio. Si vedano i suoi ermafroditi, ambigui personaggi, che si divertono a interpretare la parte di diversi e nello stesso tempo a provocare nello spettatore una crisi di coscienza quasi che essi siano solo delle maschere dietro cui si nasconda e prema la realtà degli altri, dei normali” (Ugo Piscopo).
Nel 1978 espone allo Studio d'Arte Ganzerli di Napoli la produzione ispirata all'androgino. Realizza in questa occasione la cartella di serigrafie “3 PER UNA”. “.....L'idea-matrice infatti è di quelle che i filosofi stessi hanno meno indagato, ma che oggi l'incertezza dei ruoli, l'annullamento di certi spazi e la reciprocità di molte funzioni rendono quanto mai attuale e angosciante. Siamo in sostanza al tema dell'identità che è poi quella del travaglio per la sua ricerca, dello smarrimento dinanzi all'insicurezza dei risultati, del dramma per la scoperta di una valenza ambigua, dove tutto viene messo in discussione, anche i cosiddetti ancoraggi”. (Nino d'Antonio).
Dal 1979 è invitata a diverse collettive tra le quali:
“Mostra operatori AA.VV. “ Promotrice Salvator Rosa, Napoli;
“Rassegna di Artisti Campani” Palazzo di Città, Acireale;
“Grafica Contemporanea” Ganzerli, Napoli;
“Il Figurativo alle soglie degli anni '80” Accademia Pontano, Napoli;
“Il Figurativo alle soglie degli anni '80” Galleria di Arte Moderna, Palermo. “......Un'opera da meditare è quella di Annabella Dugo, fervida di suggestioni letterarie e morali, che si risolvono, però, in termini di pittura. Un universo di ambiguità che sembrerebbe spaccato, con un taglio manicheo, in verde fertilità ed essiccata, funebre (ma con tutte le morbide, elastiche insidie della scollatura ingannevole), e che, invece, istituisce una comunicazione inquietante, e rivelatrice, nel rivolo sanguigno, perduta linfa, del nastro. Singolare è come l'artista riesca a far coincidere le ragioni della pittura, con una realissima invenzione, , con un convegno di seduzioni e sortilegi, richiami naturali.e tentazioni ad essere altro”. (Alberico Sala).
“Napoli Arte 80” Casina dei Fiori di Napoli;
“III Premio Matese, la Nuova Generazione” Santa Maria a Vico;
“Mostra-mercato Festival de l'Unità” Napoli;
“Quali nuovi spazi per la donna nelle arti visive” Circolo della Stampa, Napoli.
Nel 1980 espone alla Galleria San Giorgio di Venezia.
Nel maggio riaffiorano alla memoria le esperienze del Teatro (suo primo amore) ed esegue una serie di opere grafiche di personaggi in costume legati tra loro da una ragnatela di ricordi. Per i 25 disegni scrive un raffinato racconto-presentazione Gerardo Pedicini.
Nel 1981 questo progetto viene esposto in una mostra presso il Centro Culturale “lo Spazio” di Napoli cui seguono altre mostre:
“Galleria Ghelfi” Verona, dove allestisce una personale.. “......Il suo è un mondo di passioni pietrificate, dove ogni personaggio non ha altro avvenire vivo che lo spettacolo quotidiano della propria morte. Ma questo spettacolo, proprio come nello Spleen baudelairiano, basta a farlo esistere. Annabella Dugo è infatti, una simbolista che, all'equilibrio della ragione, oppone un pungente senso del mistero e quell'inquietudine che le deriva dall'osservazione dei propri conflitti psicologici. Fedele alla poetica simbolista di un mondo “invisibile” dietro l'immagine espressa, la Dugo fa sì che in ogni sua rappresentazione tutto venga ad aggiungersi senza collegarsi; con la sola differenza che ogni giustapposizione spaziale diventa successività temporale, ma senza altro legame, tra una scena e l'altra, che la vuota presenza di una notte eterna e senza fondo in cui naufraga la passività del personaggio.” (Maria Roccasalva).
“Napoli, stereotipo e realtà” MailArt Galleria Dehoniana, Napoli;
“Un quadro per la Bibliteca” esposizione-asta curata da Paese Sera, Napoli;
“VII Biennale Nazionale d'Arte” Comune di Casalpusterlengo;
“Esposizione Pitti-Uomo”Palazzo Pitti, Firenze;
“Pittrici per l'VIII Festa della Donna” a cura di Dede Aureli, Padiglione Svizzero, Biennale di Venezia.
Nel 1981 l'artista si trasferisce a Vicenza, città che aveva avuto modo di conoscere in occasione delle sue due personali, nel Veneto. Qui per tre anni insegna Arte della Moda e del Costume all'Istituto Montagna.
Allestisce alla Galleria Due Ruote una mostra sui lavori prodotti dalle allieve dei suoi corsi all'interno della quale propone una installazione con un abito innovativo dal titolo “Aquilone”.
E' invitata alla mostra "Vicenza immagine" allestita nella splendida cornice di Villa Cordellina Lombardi a Montecchio Maggiore.
Nel 1982, n seguito all'istituzione del Liceo Artistico, diviene titolare della Cattedra di Discipline Pittoriche.
In Veneto ha l'opportunità di entrare in contatto con gli animatori della fervente cultura locale. Conosce l'editore-poeta Bino Rebellato; Alvise Zorzi; Gino Nogara; Virgilio Scapin; Luigina Bortolatto; Otello De Maria; Piero Franceschetti; Mario Albanese; Maria Carolina Pellizzari; Giuseppe Pozzan; Giorgio Segato; Salvatore Maugeri, Manuela Ostuni; Cesare Pansini e tanti altri esponenti della vita culturale vicentina che imprimono un nuovo passo alla sua ricerca pittorica le cui opere vengono esposte nelle mostre:
“Immagini Campania '82” XII Festival del Cinema Neorealistico, Avellino;
“XIX Premio Roncaglia” Rocca Estense, San Felice sul Panaro;
“Lo Spazio dello Sguardo” materiali-idee, Centro di Documentazione Arti Visive, S. Antimo.
Nel 1985 cura la mostra “Natale alla Casa Bianca”, performance didattica organizzata nel Museo Casabianca di Malo
Nel 1986 è tra i fondatori di Gruppo Creativo, insieme di otto artisti dell'area veneta che, pur conducendo autonomamente ricerche pittoriche di diversa matrice, presentano interessanti punti di analogia stilistica. Il Gruppo è attivo in ambito nazionale con una serie di mostre di notevole prestigio. Sono di quell'anno le mostre:
“Charta” allestita in Villa Lattes, Vicenza;
“La presa del Museo” azione performativa presso il Museo Casabianca di Malo.
Nel 1987, le mostre;
“Ex Chartis” Palazzo dei Diamanti, Ferrara;
"El parque de la juventud" Casa Baroca en la Plaza Corcin, Orduna;
"Situazioni contemporanee" S. Angelo dei Lombardi, Avellino;
"I luoghi dell'arte" Villa Pisani, Monselice;
“1^ Biennale dell'Acquerello" Albignasego;
"Idea for life" Mostra Internazionale di Mail-Art, Chiesa di S. Giacomo, Vicenza;
"Premio Nazionale Arti figurative" Casa Gaia di Camino, Portobuffolé, (premiata);
Nel 1988:
"colorAZIONE" Galleria d'Arte Contemporanea, Malcesine;
"Molte bianche ali sospese" Padiglioni della Fiera di Verona;
"colorAZIONE" ex Cantieri Navali Isola della Giudecca, Venezia;
"Jam Session" Caffé Teatro, Gorizia;
"Seconda Biennale Triveneta" Arzignano;
Del 1989 le mostre:
"Jam Session" Studio Pozzan, Vicenza;
"I doni di Alcippe" curata da Luigina Bortolatto, Assicurazioni Generali Piazza S. Marco, Venezia;
"I doni di Alcippe" curata da Luigina Bortolatto, Palazzo Roncale, Rovigo;
"Cib'arte" immagini di cibi su carte dipinte, Corte Sconta, Venezia;
"Il gusto del gesto" ex Oratorio di S. Maria Assunta, Spinea;
"Per un'Utopia,.." Ca' Lozzio, Oderzo Treviso;
"2^ Biennale dell'Acquarello" Albignasego;
"Premio città di Castelfranco" Concorso Nazionale di Gafica, Castelfranco Veneto.
Nel 1990 vince il concorso a Preside per titoli ed esami, assumendo la titolarità di Dirigente del Liceo Artistico di Schio e della sezione staccata di Vicenza. Sono anni preziosi e difficili che l'artista affronta con rinnovato vigore che la sospinge verso esperienze nuove e stimolanti.
E' invitata alla mostra “Anni90” allestita nella Chiesa di San Giacomo di Vicenza ed Alla mostra “Fin de siècle”, II Biennale Nazionale Vicenza alle donne dell'Arte, allestita nella superba cornice della Basilica Palladiana.
L'impegno dirigenziale la costringe a limitare la sua attività espositiva ma non la sua pittura che conduce senza interruzione unitamente alla creazione di gioielli, sia in metalli preziosi, pietre dure, perle e cristalli, che con materiali di recupero.
Nel 2017 riprende la sua attività espositiva con le mostre:
“Esagonale” nella quale espone con Di Fiore, Ferrigno, Garesio, Pirozzi, Ricciardiello presso lo showroom Minieri di Napoli;
“Connessioni” a cura di Simona Pasquali presso lo Spazio Martucci di Napoli.
Nel 2018:
“Open”, a cura di Paolo Feroce, Complesso dell'Annunziata, Teano;
“Human Rights?”, a cura di Roberto Ronca, Campana dei Caduti, Rovereto. Qui lpartecipa con l'opera “Il trono del sapere” che viene acquisita dalla omonima Fondazione.
“Nulla è come appare” mostra personale curata da Chiara Reale per il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli “.......Ma il ritorno di oggi nel PAN, questa mostra nel luogo cittadino dedicato all’arte contemporanea ha per noi un significato in più. La mostra di Annabella Dugo non è soltanto un evento culturale di grande interesse e un appuntamento per gli appassionati dell’arte, è un omaggio dovuto di Napoli ad una figlia mai dimenticata che, formatasi nella nostra città, è partita senza abbandonarla, ha vissuto a lungo altrove senza diventare estranea ed ha dato un contributo importante ad una caratteristica secondo me preziosa della cultura napoletana dei nostri tempi: un’apertura al dialogo, una capacità di confronto che ha contribuito a fare di Napoli uno dei centri più vivaci nel panorama artistico contemporaneo. E’ per questa consapevolezza, insieme con l’emozione che dona l’incontro con le sue opere, che apriamo le porte del PAN all’arte di Annabella Dugo e lo facciamo con gioia e con sincera gratitudine......” (Nino Daniele, Assessore alla Cultura Comune di Napoli);
“La voce del corpo” Biennale, 5^ Edizione, Giugno 2018, Villa Arese Lucini Osnago;
Nel 2019:
“Waiting to die”, a cura di Valeria Bertesina, Galleria QuBi Vicenza;
“SyArt Festival”, a cura di Rossella Savarese, Villa Fiorentino, Sorrento;
“Agenda 2020”, edita dalla Libreria Bocca, Milano.
“Caos Italia”, a cura di Massimo Casagrande, Bunker di Villa Caldogno, Vicenza;
“Omaggio a Leopardi” Palazzo Marino, Milano;
“Mostra del segnalibro” ibreria Bocca, Milano;
“Abruzzo territorio d'arte” a cura di Lorenzo Argentino, Circuiti Dinamici, Milano;
“La poetica degli oggetti” Circuiti Dinamici, Milano;
“Dancing Shadows” a cura di Alisia Viola, Villa Reale, Monza;
Lo scoppio della prima ondata della pandemia di Covid-19 blocca in Italia ogni attività, in primis quelle culturali; ne consegue l'annullamento delle mostre già organizzate e l'impossibilità di produrne di nuove.
Oggi, in attesa che la situazione sanitaria permetta di ritornare alla normalità, Annabella Dugo dipinge nella sua luminosa mansarda dove continua a sperimentare tecniche e tematiche e a produrre opere di grandi dimensioni per lanciarsi in un'atmosfera di nuova progettualità.